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mercoledì 14 novembre 2012

La gioia di svolgere il proprio dovere...

... L'ho un po' dimenticata, ultimamente... se non per ciò che riguarda qualche faccenda domestica... Avrei voglia di tornare a lavorare... e mi dico che sto comunque lavorando... nello studio, nelle cose che scrivo... non basta. Per mangiare, e per essere pienamente soddisfatta, non basta.


"Eravamo diretti all'uscita, quando l'orologio mi ricordò che l'ora della Vigilanza era suonata. E' un obbligo e un privilegio per me attendere alla Vigilanza in qualsiasi luogo mi trovi, indipendentemente dalle circostanze, quando viene la mia ora. Così mi fermai, aprìì lo stipo e attivai l'attrezzatura. Gormon e Avluela stavano ritti accanto a me. Sulle facce di quelli che entravano e uscivano di palazzo scorgevo risolini di schermo e aperta ironia. La Vigilanza non è tenuta in gran conto, perché vigiliamo da tanto tempo e nessun nemico si è fatto mai vivo. Ma ciascuno ha il proprio dovere da compiere, per quanto comico possa sembrare agli altri: ciò che per molti è un rituale senza senso, per alcuni è lo scopo della vita. Obbligai me stesso ad entrare nello stato di Vigilanza: il mondo si sciolse intorno a me e io mi tuffai nei cieli. La gioia ben nota mi risucchiò..."

(Ali della notte. Robert Silverberg)

giovedì 11 ottobre 2012

La menzogna

"Per quanto ci si sia inoltrati per la via della menzogna, è sempre meglio fermarsi che continuare a percorrerla. La menzogna davanti agli altri è solo svantaggiosa: ogni questione viene sempre risolta in modo più diretto e più rapido con la verità che non con la menzogna. La menzogna davanti agli altri non fa che confondere le cose e allontanarne la soluzione, ma la menzogna davanti a se stessi, data per verità, rovina tutta la vita di un uomo". (Lev Tolstoj)

martedì 14 agosto 2012

Leggevo oggi pomeriggio...

"... uno scrittore lavora con le parole. Dal mattino a sera è circondato dai trucioli e dalla segatura del suo linguaggio, proprio come un falegname è circondato dai vapori del legno e della colla. Questo impone allo scrittore una responsabilità verso il linguaggio. Ove parole piene di odio vengano brandite come un'ascia contro particolari gruppi di esseri umani, non tarderà a fare la sua comparsa una vera ascia. Lo scrittore può essere il vigile del fuoco del linguaggio, o almeno il rivelatore di fumo. Può e quindi deve.
(...)
Uno dei compiti dello scrittore è quello di intervenire e suonare l'allarme ogni volta che il linguaggio, che è il suo strumento di lavoro, viene contaminato. Ogni volta che la gente usa, per un gruppo etnico o religioso o altro, termini come "sudicio" o "crescita cancerosa" o "minaccia strisciante", lo scrittore deve alzarsi e - almeno - suonare il campanello d'allarme del villaggio. ... "


Amos Oz - Letteratura ai piedi del vulcano

lunedì 5 marzo 2012

La sacralità dell'amore...

E ancora... "“Nessuno ha il diritto di sciupare quanto di meglio possa capitare a un essere vivente, anche se dovesse patirne per il resto della vita. Sono attimi così rari da diventare sacri”

"Le rondini di Kabul", Khadra Yasmina

E' semplice, l'amore...

“Credo che alla fine tu abbia trovato la tua strada (…). Si è fatto giorno in te. Quel che ti succede, i re e i santi te lo invidierebbero. Il tuo cuore rinasce. Non posso spiegarti. E poi è meglio così. Queste cose vanno vissute senza tante spiegazioni. Perché non c’è nulla da temere”

Da: "Le rondini di Kabul", Khadra Yasmina
E' semplice, l'amore, non ha bisogno di spiegazioni. Succede e basta. Che lo si voglia o no, che lo si cerchi o no. Accade, semplicemente, senza un perché, travolgentemente...

domenica 4 marzo 2012

Ah, l'amour! (Atiq, come ti capisco!)

"Il giorno dopo, Atiq si accorge di aver trascorso la notte in bianco seduto nel corridoio di fronte alla detenuta, dalla quale non ha mai distolto lo sguardo. Si sente sottosopra, con la testa leggera e la gola straziata. Ha l’impressione di svegliarsi nella pelle di un altro. Qualcosa di simile a una possessione fulminante lo ha investito fin nelle sue pieghe più riposte, abita i suoi pensieri, martella i suoi polsi, cadenza il suo respiro, anima il più piccolo dei suoi fremiti, ora canna rigida e immobile, ora edera strisciante che si aggroviglia intorno al suo essere. Atiq non cerca neppure di vederci chiaro. Subisce, senza soffrirne, una sensazione vertiginosa e implacabile, un’ebbrezza estatica che strapazza le sue difese al punto da fargli dimenticare le abluzioni. Ha tutta l’aria di un sortilegio ma non lo è. (…) Mai, in tutta la sua vita ha vissuto la condizione che lo consuma dal giorno prima,. Non ha fame, non ha sete. Il mondo circostante non lo sfiora neppure, sta vivendo qualcosa di prodigioso e terrificante insieme, ma non vorrebbe privarsene per tutto l’oro del mondo: sta bene."

Da: "Le rondini di Kabul", Khadra Yasmina

giovedì 2 febbraio 2012

Estrapolare un concetto

TUTTO E' AMORE... TUTTO E' AMORE. CON L'AMORE VIENE LA COMPRENSIONE. CON LA COMPRENSIONE VIENE LA PAZIENZA. E POI IL TEMPO SI FERMA. E OGNI COSA E' CALATA NEL PRESENTE.
(Molte vite, un solo amore - L’eterno incontro delle anime gemelle,  B. Weiss)

Può cambiare qualcosa, nel leggere la frase sopra, sapere che è tratta da un libro sulla reincarnazione, o da una favola di Andersen, o dal Vangelo secondo Marco? Può servire ad inserirla in un quadro teorico più ampio, a contestualizzarla. A scartarla perché rientra in concetti che non condividiamo... Oppure possiamo estrapolarla e provare ad ascoltare la risonanza che ha nel nostro cuore e nel nostro spirito. Presa da sola, per se stessa, per quel che è: cosa ci dice di noi stessi, nella nostra esperienza, della nostra relazione con il mondo? Cosa ti dice, di te... di me?