martedì 14 agosto 2012

Leggevo oggi pomeriggio...

"... uno scrittore lavora con le parole. Dal mattino a sera è circondato dai trucioli e dalla segatura del suo linguaggio, proprio come un falegname è circondato dai vapori del legno e della colla. Questo impone allo scrittore una responsabilità verso il linguaggio. Ove parole piene di odio vengano brandite come un'ascia contro particolari gruppi di esseri umani, non tarderà a fare la sua comparsa una vera ascia. Lo scrittore può essere il vigile del fuoco del linguaggio, o almeno il rivelatore di fumo. Può e quindi deve.
(...)
Uno dei compiti dello scrittore è quello di intervenire e suonare l'allarme ogni volta che il linguaggio, che è il suo strumento di lavoro, viene contaminato. Ogni volta che la gente usa, per un gruppo etnico o religioso o altro, termini come "sudicio" o "crescita cancerosa" o "minaccia strisciante", lo scrittore deve alzarsi e - almeno - suonare il campanello d'allarme del villaggio. ... "


Amos Oz - Letteratura ai piedi del vulcano