giovedì 21 marzo 2013

Una mano sul ventre - Racconto breve

 
 
 
Le luci di Bolzano si accendono all’unisono, un coro muto che spande le sue ombre su strade deserte.
Un’ombra cammina tra gli arbusti secchi, lungo un torrente. Cammina su ciottoli asciutti da mesi; ascolta il fruscio lento di acqua stagnante. Cammina, ma non sa dove sta andando.
L’odore di fango punge narici rese insensibili da un persistente raffreddore.
Non è tardi, ma è già buio, sotto il ponte.
Le luci di Bolzano sono accese da qualche minuto, minuti che sembrano ore.
Un autobus è pronto alla stazione, attende i passeggeri per mangiarli: sono loro che gli danno la vita. Ma non c’è nessuno alla fermata. L’autobus riparte vuoto e sconsolato.
L’ombra ora è seduta su un freddo sasso bianco, levigato; avrebbe dovuto prendere quell’autobus. E’ stata accompagnata a pochi metri da lì; ma il suo accompagnatore ha svoltato l’angolo tanto presto da non accorgersi che lei aveva cambiato idea.
Ora è freddo, ha fame.
Ha preso tempo per riflettere, ma non ci riesce, la mente come annebbiata dal fumo della sua sigaretta, dal vapore del suo stesso respiro.
Non sa da quanto tempo è lì, intorpidita, sola, né triste, né felice, assorta in una insensatezza pesante; le sfugge il senso di ogni cosa; le sfugge di mano un anello, simbolo di falsità, scivola nell’acqua gelida: non è profonda, potrebbe riprenderlo; non lo fa.
Scivola una lacrima su una mano aperta e immobile abbandonata su un ginocchio piegato e immobile.
Fugge un singhiozzo ad una gola serrata.
La nebbia nella mente si dirada, i nervi si rilassano e sciolgono in pianto.
Non sa per quanto tempo rompe il silenzio della notte con il suo sfogo, non sa se qualcuno la sente ed ha pena per lei.
Poi ad un tratto il suo lamento cessa.
L’ombra getta via la sigaretta ancora accesa, si alza in piedi, sgranchisce le gambe, stiracchia le braccia. Poggia una mano sul ventre arrotondato e sulle labbra seccate dal freddo sboccia un lieve sorriso.
Guarda l’orologio: il prossimo autobus è tra venti minuti. Non sa cosa accadrà domani. Sa dove andrà; sa che non sarà sola.
 

sabato 16 marzo 2013

Cristalli


… A volte… Siamo così fragili, nei nostri sentimenti … Cristalli rilucenti di emozioni
Abbiam bisogno di rispecchiarci Negli occhi di colui che amiamo…
 
16/03/2013
 
 
 
 

venerdì 8 marzo 2013

Otto marzo...

Anche la donna più precisa - ben vestita e truccata di fresco, in corsa per una brillante carriera - ha le sue debolezze,
anche lei si alza con i capelli sfatti, anche lei ha mal di pancia, talvolta...
 
E le rughe che si increspano agli angoli della bocca quando cerca di non piangere...
 
Non amateci solo quando ci mettiamo in vetrina, sul bancone di un bar,
 
amateci nel quotidiano delle mura domestiche, quando siamo nervose e sappiamo di unto, perché cresciamo i vostri figli, laviamo i vostri panni, cuciniamo i vostri piatti preferiti
 
e continuiamo ad amarvi anche se sappiamo che russate, puzzate di sudore e non siete perfetti, perché
 
AMARSI NELLA IMPERFEZIONE E' LA VERA PERFEZIONE DELL'AMORE...
 

domenica 3 marzo 2013

L'immagine di te...


L'immagine di te, vaga, mi sospira nella mente;
scacciarla, vorrei, ma lei si arrampica sui pensieri
dondola appesa ai sentimenti e si ostina a restare lì dove l'ho creata.




Correva l'anno 2006...
Ma ci son sensazioni sempre attuali:  cambiano le immagini, talvolta, come le nuvole nel cielo,
ma i desideri son sempre lì, appesi ai sentimenti, si ostinano a restare dove li abbiamo creati...
 

Vorrei...

...che i tuoi occhi
per una volta mi guardassero
 - non dico "con amore",
semplicemente mi guardassero,
ascoltassero i miei non-detti,
abbracciando la mia fragilità...