Nell'ambito della manifestazione Primavera di verdeFestival e in riferimento allo spettacolo teatrale El
Tredesìn de marz: tradizione e leggenda, mi è stato chiesto di prendere spunto da un brano dello scrittore Gian
Luca Margheriti riguardante la leggenda di San Barnaba a Milano e di scriverne un racconto adatto ai bambini. Ecco qui il risultato :-)
Tredesìn
de Marz,
l'arrivo della Primavera a Milano
Tutti
gli anni, da molti anni, a Milano il 13 marzo si festeggia il
compleanno di una fanciulla profumata di fresco che si chiama
Primavera e che, anche se gli anni passano, resta sempre con l'animo
bambino, porta allegria, speranza e tanta voglia di giocare
all'aperto.
Secondo
la leggenda, la sua nascita è dovuta ad un signore di nome Barnaba,
arrivato a Milano tantissimi anni fa attraverso la Porta Orientale,
cioè quella che guardava verso il punto di cielo dove sorge il sole.
Ora questa porta non esiste più, ma il luogo dove si trovava si può
riconoscere da una scultura attaccata ad un muro che raffigura una
lupa che allatta i suoi cuccioli. Si trova lungo corso Venezia,
all'altezza del numero 21.
Sempre
secondo la leggenda, quando arrivò alla Porta Orientale, Barnaba non
si faceva la barba da un po' di tempo, era vestito con una tunica
sporca e rovinata, si appoggiava ad un bastone storto e tutto quello
che aveva era una ciotola di legno che usava per bere.
A
vederlo poteva sembrare davvero un brutto personaggio e poteva far
molta paura. Per questo motivo aspettò qualche giorno prima di
entrare a Milano. Non conosceva nessuno e anche lui aveva paura a
farsi vedere. Prima voleva osservare gli abitanti della città,
guardare com'erano e cosa facevano.
In
realtà Barnaba non era una persona cattiva: era un amico di Gesù e
voleva portare in giro per il mondo tante belle notizie.
Un
giorno, stanco di aspettare, decise di attirare l'attenzione dei
milanesi. Prese un ramo e lo incrociò al suo bastone così da fare
una croce. Poi alzò la croce al cielo e la fece cadere con forza su
una pietra. In quel momento successe una cosa prodigiosa, che nessuno
si sarebbe mai aspettata: la croce di legno si infilò nella roccia,
che era diventata come di burro, e creò un piccolo altare. In questo
modo Barnaba voleva dimostrare quanto vere e importanti fossero le
cose che diceva. Ma siccome ciò che aveva fatto secondo lui non
bastava, con le dita fece sulla roccia burrosa 13 segni in modo da
ricordare per sempre ai milanesi la data del 13 marzo.
Eh
sì che attirò l'attenzione! Attorno a Barnaba si fermò un po'
gente ad osservare quello che stava facendo e allora lui ne
approfittò per cominciare a parlare di Gesù, che, in una terra
lontana lontana aveva fatto tante cose buone – i miracoli - , come
aiutare le persone malate a guarire, e aveva detto tante belle parole
alle persone tristi e povere, parole che riguardavano l'amore per il
prossimo e il fatto che gli uomini sono tutti uguali tra loro.
Le
persone che ascoltavano i racconti di Barnaba restarono meravigliate
e contente del suo discorso e lui poté entrare nella città senza
problemi. E anche qui, successero delle cose prodigiose: mentre
camminava, al suo passaggio si sbriciolavano le statue di antiche
divinità in cui i milanesi ora non credevano più e agli angoli
delle strade sbocciavano fiori.
Arrivò
così la Primavera a Milano. E tutti gli anni torna. Ella arriva
leggera con passo delicato. E' vestita di colori pastello: giallo,
rosa, celeste, verde, lilla, porpora e tanti altri; ha i capelli
raccolti in trecce, come fossero nuovi rami d'albero, adornati dei
primi fiori che sbocciano dopo il freddo dell'inverno: primule,
violette, margherite, narcisi, iris, glicine, gelsomini.
La
primavera canta con voce delicata di vento tiepido e risveglia gli
animali in letargo, quelli che per tutto l'inverno hanno dormito al
calduccio: orsi, ricci, formiche, tartarughe, scoiattoli, marmotte,
ghiri, pipistrelli, serpenti, lucertole. Molti di questi vivono in
montagna o in campagna, alcuni anche a Milano e la primavera sveglia
tutti quanti.
I
milanesi l'attendono e la festeggiano tutti gli anni, il 13 marzo,
come aveva chiesto Barnaba. E la leggenda dice anche che, se i
bambini tagliano i capelli in questo giorno, poi i capelli crescono
più forti e robusti. (Daniela Troncacci)